lunedì 3 settembre 2012

Quale Futuro per l'Assistente alla Comunicazione?


Dopo quasi cinque anni di attività come assistente alla comunicazione posso dire di avere una discreta panoramica della situazione milanese-lombarda, oltre che qualche elemento di quelle di altre regioni.
Lavorando ed incontrando le mie colleghe ho iniziato a farmi delle domande, alle quali pensavo sarebbe bastata la passione per rispondere. Ma oggi mi rendo conto che la passione non basta più, ci vogliono delle risposte serie.

Sono arrivata a quest'attività per caso, come molte colleghe, trascinata dall'entusiasmo per la Lingua dei Segni. Quando ho iniziato ho accettato via via che le scoprivo, le condizioni di lavoro: la mancanza di un contratto, la paga miserrima, la mancanza di considerazione da parte del corpo insegnante con tutte le conseguenze.

Nel frattempo, oltre ad affrontare i miei problemi, ascoltavo quelli delle colleghe: costrette a scrivere il PEI per i ragazzi che seguivano (compito questo dell'insegnante di sostegno), spedite fuori dalla classe perchè gli insegnanti curricolari non volevano la presenza dell'allievo disabile, prese tra famiglia e scuola, malpagate e (a volte) non pagate, grazie al sistema della Provincia di Milano. A tutto questo si aggiungeva spesso la sensazione d'impotenza per la frustrazione per l'atteggiamento di alcuni insegnanti, incapaci di comprendere le difficoltà cognitive di un ragazzo con disabilità sensoriale che non sono sovrapponibili a quelle derivanti da altre disabilità (mi riferisco in particolarmente alla sordità -che conosco meglio- ma anche la cecità credo ponga problematiche particolarissime non assimilabili ad altre).
Ma ero fiduciosa che le cose sarebbero migliorate, che sarebbe bastata la passione a mettere in moto la macchina del merito ed il buonsenso avrebbe prevalso.

Mentre lavoravo cercavo di aggiornarmi: ho seguito corsi, alcuni seri altri meno, investendo denaro e anche molto tempo libero che ho sottratto alla famiglia; ho seguito dibattiti e sentito spesso teorizzare il ruolo dell'assistente alla comunicazione (un ponte tra sordi e udenti, una coordinazione tra famiglia, riabilitatori, scuola e ragazzo sordo) per scoprire poi che la realtà è ben diversa dalla teoria e non c'è un ruolo definito, il modo in cui sarai considerata dipende dalla fortuna, non dalla tua professionalità.

Poi quest'anno, finalmente, dopo anni di falsi allarmi, sembrava che fosse deciso un grande cambiamento, il passaggio di competenze per i disabili sensoriali dalla Provincia al Comune di Milano. Un passaggio che noi tutte assistenti speravamo avrebbe portato alla contrattualizzazione e quindi al riconoscimento di questa figura che -volenti o nolenti- allo stato attuale è un supporto necessario agli studenti con disabilità sensoriale.
Paura, speranza, e poi la delusione. Nessun passaggio, nessuna seria presa in carico da parte del Comune, della Provincia o di un'ente (cooperativa) incaricato. Invece, un contributo fisso erogato alle famiglie, che si devono preoccupare di regolarizzare l'operatrice rivolgendosi loro stesse ad una cooperativa, alla scuola o a un caaf.
Non si parla dell'istituzione di un albo, non si parla di valorizzare la professionalità di tante assistenti che da anni fanno il loro dovere in condizioni lavorative da barzelletta.
La feroce ironia di tutto questo è poi che molte colleghe si vedono costrette ad informarsi presso i caaf o i commercialisti per sapere come essere regolarizzate, aggiungendo un altro compito ( ed un'altra spesa), chiaramente non di loro competenza, ai tanti già svolti più o meno dovuti.

A questo punto le domande che mi sono fatta diventano imprescindibili per continuare a fare questo lavoro, se vogliamo ancora chiamarlo così:

  1. Che lavoro è quello che richiede per forza una preparazione (educativa, nella LIS...) per la quale è il lavoratore che paga e poi il suo compenso è costituito da un contributo (che come tale andrebbe -ma non è- integrato dalla famiglia) e non esiste un salario minimo?
  1. Che lavoro è quello in cui non sono chiari i compiti e ti puoi trovare a fare qualunque cosa, che sia tua competenza o meno, in virtù di una presunta responsabilità del ragazzo disabile che ti viene affidato in tutto e per tutto?
  2. Che futuro c'è per un lavoro che non è di fatto riconosciuto, in cui non contano anzianità e titolo di studio e per il quale non esiste possibilità di miglioramento, di aggiornamento serio e strutturato e di conseguenza di carriera? Un lavoro che si gioca sul filo di tempi strettissimi, con contratti (quando ci sono) rinnovati pochi giorni prima dell'inizio delle scuole e spesso lascia nell'incertezza non solo le operatrici, ma le stesse famiglie che non hanno all'inizio di settembre ancora un'assistente per loro figlio?
  3. Che futuro c'è per un lavoro che per tutti i motivi di cui sopra rischia di perdere ( e di fatto già perde) continuamente gli operatori più qualificati e abili che di fronte alle condizioni a cui sono sottoposti preferiscono darsi ad altre attività, riconosciute e meglio e regolarmente retribuite?

Pensiamo poi al ragazzo sordo, che per primo subisce le conseguenze di questa situazione: fino ad oggi si è fatta leva sull'inevitabile senso di responsabilità dell'assistente nei confronti di chi le è affidato, ed io e tantissime colleghe abbiamo resistito a situazioni terrificanti e portato a termine il nostro compito tra grandi difficoltà, in nome di questa responsabilità. Ma non può andare avanti così per sempre. Se ci viene offerta una possibilità migliore, perchè dovremmo rifiutare? E' una legge del mercato del lavoro, che però può avere ricadute tutt'altro che indolori. E nonostante tutto, le assistenti alla comunicazione sono al momento l'unica soluzione in un sistema scolastico che non ha completato (sia strutturalmente che emotivamente) l'integrazione dei ragazzi disabili.
Insomma, l'assistente alla comunicazione può anche scomparire, ma chi si assumerà le responsabilità educative che ora ricadono su di lei?

Se infine le istituzioni devono fare la loro parte, anche noi assistenti dobbiamo diventare consapevoli del nostro ruolo e della nostra professionalità, di quanto vale la nostra preparazione ed esperienza, ed essere disposte a metterci in gioco per chiedere (ed ottenere!) quanto ci spetta. Altrimenti, non c'è futuro.

5 commenti:

  1. Gentili Famiglie, Assistenti alla Comunicazione, Enti,

    La ridefinizione del ruolo delle Province e soprattutto il taglio della spesa decretato dal Governo (soprattutto con il decreto sulla “spending review”) hanno imposto un ripensamento delle competenze istituzionali anche in ambito sociale, oltre ad aver creato inevitabilmente uno stallo anche nell’erogazione di servizi considerati da tutti, e da noi in primo luogo, essenziali ed irrinunciabili.

    Proprio in questi giorni stiamo lavorando senza sosta per sbloccare i fondi destinati al sostegno alle disabilità sensoriali, fondi che Provincia di Milano aveva già messo a Bilancio prima dell’estate.

    Ma già un anno fa, prevedendo gli attuali scenari, ci eravamo messi al lavoro per organizzare un convegno nazionale che ponesse al centro il diritto all’assistenza. Quella sarà l’occasione per un confronto necessario e fondamentale tra enti locali, famiglie e assistenti alla comunicazione.

    Sono quindi lieto di invitarvi all’evento, organizzato dall’assessorato alle Politiche sociali e dal Settore interventi a sostegno della disabilità e delle fragilità della Provincia:


    Disabilità sensoriale
    Quale futuro per i servizi riservati alle disabilità sensoriali?
    2° Convegno nazionale di confronto fra Amministrazioni.
    Milano, 29 settembre 2012
    Sala Corridoni - via Corridoni, 16 Milano


    L’ingresso è libero, fino ad esaurimento dei posti. E’ gradita l’iscrizione.
    Vi aspettiamo perché possiate far sentire la vostra voce!
    A presto!

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  2. leggo queste righe e purtroppo rivedo la situazione delle assistenti alla comunicazione qui a Palermo. una tristezza immensa, condita dalla mancanza di rispetto verso le lavoratrici da parte delle coop che gestiscono il servizio, in combutta con la provincia per fare i loro porci comodi. e noi? tra ragazze che sognano il matrimonio, donne appena sposate che vorrebbero fare crescere la famiglia e donne con figli a carico, sgobbiamo spesso al posto dell'insegnante di sostegno per avere poco più di 600 euro al mese, lavorando quasi una volta e mezzo le insegnanti. ora la provincia vuole abbassarci le ore a 18...e le coop ci licenziano ogni 3 o 6 mesi (durante i quali alcuni colleghi hanno un contratto a tempo indeterminato!!!) perchè sono così buoni da farci fare domanda di disoccupazione...e la meritocrazia? immensa, uuu. meglio evitare di parlare di giochi di potere, di favori e di letto, o di quelle colleghe note a tutti che pur truffando firmandosi intere settimane di assenza non vengono nemmeno riprese perchè le coop si prendono ugualmente dalla provincia una percentuale delle ore fatturate senza fare nulla e quindi non gli conviene buttare fuori gente inutile...e la qualità sprofonda...che schifo. dove sono i ragazzi sordi per loro? sono solo soldi. scusa lo sfogo.

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  3. CARISSIMI COLLEGHI!! FINALMENTE UN BLOG CHE PARLA DI NOI!!
    SCRIVO DA ROMA.
    SONO ASSISTENTE ALLA COMUNICAZIONE PER LA MINORAZIONE VISIVA CON QUALIFICA PROFESSIONALE E LAVORO NELL'AMBITO DA 10 ANNI.
    DIVERSI MIEI COLLEGHI LAVORANO NELL'AMBITO DA 15 E ANCHE DA 20 ANNI.
    NOI ABBIAMO INTENZIONE DI FARCI RICONOSCERE PROFESSIONALMENTE E GIURIDICAMENTE.
    LA LEGGE PER IL RICONOSCIMENTO GIURIDICO DELLE PROFESSIONI NON APPARTENENTI AGLI ALBI E' ATTUALMENTE PER LA SECONDA VOLTA ALLA CAMERA E STA PER ESSERE PROMULGATA, GIACCHE' GIA' LICENZIATA DAL SENATO:
    http://www.colap.it/homepage.asp
    IL COLAP RACCOGLIE PERSINO I PROFESSIONISTI DEL REIKI...E PERCHE' NON NOI!!
    COSTITUIAMO UN'ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE NAZIONALE RIVOLTA AI SENSORIALI, DECIDIAMO DI DARCI UN NOME UNICO SU TUTTO IL TERRITORIO ITALIANO E COMINCIAMO A VIAGGIARE PER IL RICONOSCIMENTO E LA VISIBILITA' DI UNA FIGURA PROFESSIONALE CHE HA TUTTE LE CARTE IN REGOLA PER POTER ESSERE CONSIDERATA INDISPENSABILE ALLA TUTELA DEL DIRITTO ALLO STUDIO!!
    NOI ABBIAMO COSTITUITO UNA CASELLA DI POSTA ELETTRONICA:
    actlazio@hotmail.it
    ACT:ASSISTENTE ALLA COMUNICAZIONE TIFLODIDATTICA.
    CREIAMO UNA RETE DI PROPOSTE COSTRUTTIVE VOLTE AL RICONOSCIMENTO GIURIDICO ED ECONOMICO, CANALIZZIAMO IL NOSTRO TEMPO E LE NOSTRE ENERGIE AL RAGGIUNGIMENTO DI QUESTO OBIETTIVO, PERCHE' DOPO 5 O 6 ANNI CHE RESISTIAMO A CONDIZIONI DEL GENERE, SIGNIFICA CHE QUESTO E' IL LAVORO CHE CI PIACE E CHE VOGLIAMO FARE!!
    PUBBLICIZZERO' QUESTO BLOG SULLA CASELLA!! DIAMOCI DA FARE!! ABBIAMO LA RESPONSABILITA' DI DIFENDERE IL NOSTRO DIRITTO A LAVORARE DIGNITOSAMENTE E DI TUTELARE IL DIRITTO ALLO STUDIO DEI NOSTRI BAMBINE E RAGAZZI!!
    FATEMI SAPERE COSA PENSATE DI QUESTA PROPOSTA E POI INCONTRIAMOCI:
    ORGANIZZIAMO UN NOSTRO CONVEGNO!DI COSE SE NE POSSONO FARE TANTE MENO UNA: PIANGERSI ADDOSSO!!
    A PRESTO!

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  4. Mi sembra che questo blog invece di lievitare, decresca esponenzialmente: 8 commenti nel 2010, 4 nel 2011, 2 nel 2012 (in realtà 3 e 4 con questo, ma l'indice non si aggiorna...).
    Chi cura questo blog sta ancora lavorando come Assistente alla Comunicazione o si è diretto verso altro?
    Questo per capire se conviene aggregarci a questo blog o costituirne direttamente un altro.
    La scelta di aggregarsi deriva dalla volontà di non spezzettare ulteriormente una realtà professionale ancora non riconosciuta proprio in virtù della pratica (finora applicata con enorme successo) dello spezzettamento.
    Mi auguro di poter a breve leggere nuovi interventi e proposte, per convogliare nuove iscrizioni e dar vita ad un fermento nazionale intorno alla nostra Figura Professionale e Sociale.
    A presto!!

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  5. Saluti!
    Sono la signora Dalia Ricci, nata nel novembre 1952 a Livorno, titolare di un'azienda commerciale, attualmente in terapia intensiva per malattia.
    Ho perso mio marito, con il quale non ho avuto la possibilità di avere un figlio, durante la crisi della Covid-19.
    Ho un tumore al cervello e, secondo gli esami medici, questa malattia porrà fine alla mia sopravvivenza.
    Il mio padre religioso e guida spirituale mi raccomanda di dare via la mia eredità per ottenere il favore divino.
    Vorrei donare la somma di 332.000 euro per occuparmi della mia eredità e per adottare la mia affettuosa gattina Mila in una famiglia.
    Sperando che questa mia nota possa esservi utile, e sperando in una vostra risposta, vi prego di scrivermi al mio indirizzo e-mail qui sotto per una conversazione franca e onesta per saperne di più su questa donazione.
    Daliaricci10@gmail.com
    Grazie.

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