sabato 2 ottobre 2010

FAVOLA VERA DI UN'ASSISTENTE ALLA COMUNICAZIONE.

Pubblichiamo la prima testimonianza arrivata dopo il nostro appello a raccontare le vostre storie di Assistenti alla Comunicazione. Ringraziamo la collega e vi lasciamo alla lettura della sua "favola".

C'era una volta un'assistente alla comunicazione che seguiva, da ormai due anni, un ragazzo sordo.

Aveva dato anima e corpo per questo lavoro, i risultati scolastici di fine anno erano ottimi.

La scuola e le altre insegnanti erano orgogliose e riconoscenti del lavoro svolto.

Il ragazzo e i suoi compagni le erano molto affezionati.

Come in tutte le favole, però, a rovinare l'idillio una terribile sciagura si nascondeva dietro l'angolo.

Un pomeriggio d'estate, infatti, mentre la ragazza si godeva il meritato riposo, le arrivò, TRAMITE SMS, una spiacevole notizia:

"Forse mio figlio cambierà scuola. Andrà lontano, lontano e quindi non potrai più seguirlo".

La ragazza era dispiaciuta di distaccarsi dal ragazzino, ma allo stesso tempo era contenta per lui; forse in una struttura specializzata si sarebbe trovato meglio.

L'ex-assistente, sapendo non sarebbe stata un'impresa facile, si rimboccò le maniche e con ottimismo cominciò a cercare un altro lavoro.

Alcune settimane dopo, però, proprio tramite la sua ricerca, la nostra protagonista scoprì una serie di indizi che la portarono ad una sola e terribile conclusione: era stata ingannata.
A sua insaputa, la famiglia stava cercando una nuova assistente che l'avrebbe sostituita..ma non lontano, lontano..bensì nella medesima scuola!

"Ma allora non è vero che il ragazzo cambierà scuola?" gridava disperata la nostra assistente.
"Perchè non sono stati chiari con me fin dall'inizio? Mi hanno preso in giro!"

"Pensare che per poter continuare il percorso con il ragazzo, ho pure rinunciato ad un allettante proposta di lavoro"diceva piangendo.

Care assistenti, un'umiliazione così, dopo tanto lavoro e nonostante l'apprezzamento di colleghi e insegnanti, la nostra protagonista non se l'aspettava proprio.

Un datore di lavoro non dovrebbe dare spiegazioni "reali" prima di licenziare un suo dipendente?

Non basta tutta l'immaginazione di un narratore per trovare le cause di quanto successo...sarà stato per antipatia oppure per un capriccio del ragazzo...una cosa è certa:

Questa storia avrei potuto risparmiarvela se la professione dell'Assistente alla comunicazione fosse tutelata e riconosciuta come tutte le altre!

Dobbiamo fare qualcosa!
                                                                                                                                 Anonima

2 commenti:

  1. Che episodio squallido.
    Come in tutti gli altri lavori può accadere qualsiasi cosa anche a noi, ma, giustamente, cara collega sottolinei il fatto che non siamo tutelate da nessuno.
    Forse il problema è nel fatto che ci diamo troppo da fare, che procuriamo materiale e nessuno ci dice grazie oppure facciamo svariate ore in più nonostante da contratto debbano essere 11?
    Mah, chi lo sa! Resta il fatto che è necessario il riconoscimento del nostro lavoro.

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  2. Squallido ma comune, siamo in molte ad avere storie come questa.
    Scusa la curiosità: sei stata licenziata o hai firmato una lettera di dimissioni?
    Credo tu possa rivilgerti ad un patronato e riggettare il licenziamento, inoltre, grazie ad una sentenza del tar che sancisce la continuità didattica dell'assistente alla comunicazione, puoi anche rivalerti sulla famiglia, considerati gli ottimi risultati che hai ottenuto.
    Mi raccomando... non restiamo più in silenzio!

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