giovedì 28 ottobre 2010

Una Storia ed un link...

Evviva, le Assistenti alla Comunicazione continuano a mandarci le loro storie. Ecco quella di Carlotta, che ha anche creato un sito con l'intento di proporre un dialogo fra Udenti e Sordi. Si chiama"SegnAli di Comunicazione"   http://segnalidicomunicazione.jimdo.com . Carlotta ci invita ad intervenire con opinioni, suggerimenti e racconti.
Buona lettura!
"Stamattina arrivo a scuola in anticipo.
Sono stanca, assonnata, ho mal di pancia e ieri è stata una giornata davvero faticosa. Da lunedì seguo un bambino stupendo; pieno di problemi, ma speciale in un modo che non si sa da che parte cominciare a volergli bene.
Metto piede a scuola e con vergognosa indolenza mi dico che vorrei non essere lì, nell'atrio gelido di una scuola riscaldata solo a metà, ad aspettare M. che ieri mi ha fatto faticare all'inverosimile, mezzo-litigare con la bobliotecaria, tremare le gambe nello sforzo di trattenere il suo volere tutto e subito (anche quando il "tutto" è di un suo compagno di classe fin troppo paziente e ragionevole) e arrivare a casa in uno stato pietoso. Guardo i minuti passare e penso che oggi, qualche minuto in meno di fatica me lo sono proprio meritato.

Poi arriva lui, in un momento in cui sono distratta, mi sono allontanata e, guardando con la coda dell'occhio verso l'ingresso, incrocio il suo sguardo che mi cerca e scoppia in un sorriso come solo certi bambini sanno fare, nonappena mi vede.

E' fatta.

Finita la stanchezza, dimenticato in un secondo il mal di pancia. Mi prende per mano e col suo modo goffo mi trascina letteralmente in classe.

Questa mattina, M. mi ha regalato sensazioni impagabili per chi, come me, fa questo tipo di mestiere. Uscendo da scuola ho camminato, dopo tanto tempo che non succedeva, decisa e sorridente.
Faccio DAVVERO un lavoro che non cambierei con nessuno al mondo. Senza uno straccio di contratto, mistrattata e non riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione né praticamente da nessun altro organo competente del nostro paese, più precaria di un operatore di call-center (e questa è una vergogna al di là di tutto) ma Dio! che meraviglia!"

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